La tassa, che resterà in vigore fino al 31 dicembre prossimo, prevede un aumento di 8,9 Euro ogni mille litri di benzina e gasolio acquistati
La storia inizia nel lontanissimo 1935, quando il Regime Fascista decise di scatenare la guerra per la conquista dell’Etiopia. Per far fronte alle sanzioni comminate per questo atto dalla Società delle Nazioni, il Governo decise di introdurre una tassa di 1,9 lire per ogni litro di carburante acquistato.
Nel corso degli anni si è ricorso molte altre volte a tale strumento, con questa cronologia degli eventi più importanti:
- 0,007 Euro per la crisi di Suez del 1956
- 0,005 Euro per il disastro del Vajont del 1963
- 0,005 Euro per l’alluvione di Firenze del 1966
- 0,005 Euro per il terremoto del Belice del 1968
- 0,051 Euro per il terremoto del Friuli del 1976
- 0,039 Euro per il terremoto dell’Irpinia del 1980
- 0,106 Euro per la guerra del Libano del 1983
- 0,011 Euro per il finanziamento della missione UNMIBH in Bosnia Erzegovina del 1996
- 0,020 Euro per il rinnovo del contratto degli “autoferrotranvieri” del 2004
- 0,005 Euro per l’acquisto di autobus ecologici nel 2005
- 0,007 Euro per il finanziamento alla cultura nel 2011
- 0.040 Euro per far fronte all’emergenza immigrati dovuta alla crisi libica del 2011
E ad emergenza rientrata? Ovvio: non si tocca nulla, gli aumenti restano e gli automobilisti di oggi continuano a pagare le “crisi” di oltre 50 anni di Storia. Alla fine la somma di tutte le accise ci costa 0,6221 Euro in più per ogni litro di benzina e 0,4811 Euro per ogni litro di gasolio.
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