Dove finiscono i soldi degli SMS per i terremotati del 45500?

Come aiutare i terremotati? Con un semplice SMS… Ma i soldi dove vanno a finire?

La naturale preoccupazione e partecipazione al dramma del resto del paese ha dato il via alla consueta gara di solidarietà. In tanti vogliono aiutare e mettersi a disposizione delle vittime, ma come farlo? Il metodo “classico”, quello meno impegnativo e più pratico per tutti è rappresentato dal classico “SMS solidale”.

Basta inviare un messaggino al 45500 (oppure chiamare lo stesso numero da una linea fissa, non esclusivamente Telecom) per farsi addebitare 2 euro che finiranno in un fondo costituito ad hoc dalla Protezione Civile e dalla regione Emilia Romagna.

La domanda che in molti si pongono è: dove finiscono questi soldi? La risposta potrebbe non piacere a molte persone che hanno deciso di donare. In realtà, ad essere precisi, è impossibile conoscere la destinazione d’uso di quei soldi. Si può fare riferimento al caso più recente, quello del terremoto che colpì L’Aquila nel 2009. In quel caso vennero raccolti 5 milioni di euro, una cifra impressionante che dà l’idea di quanti italiani rimasero colpiti dal devastante sisma che ha distrutto la città abruzzese.

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Come sono stati impiegati? La sorpresa è che per quanto chi dona immagina di fornire un aiuto immediato (l’idea è connaturata alla “modalità” di donazione, immediata) la realtà dei fatti è un’altra. Il denaro raccolto nel 2009 è stato affidato dalla Protezione Civile ad Etimos, un consorzio finanziario internazionale che si occupa di microcredito in molte realtà in giro per il mondo. Per farci cosa? Concedere prestiti a “tassi agevolati” a persone ed imprese coinvolte nel sisma.

Nessun “regalo”, quello che la gran parte dei donatori avrebbe immaginato, e per quanto siano “a condizioni vantaggiosissime” si tratta per sempre di un prestito da rimborsare. Fra l’altro dei 5 milioni di raccolti 470 mila euro sono stati utilizzati “per oneri riferibili alla gestione del progetto”, costi che (giurano i responsabili) sono “largamente insufficienti”. Si tratta ovviamente di un’iniziativa meritoria e gestita con la massima trasparenza, ma è certamente da sottolineare che quando gli italiani inviavano SMS subito dopo il 6 aprile mai avrebbero immaginato che i loro soldi sarebbero stati utilizzati (soltanto nel 2011) come fondi per concedere prestiti.

Succederà tutto questo anche con il terremoto in Emilia?

FONTE